“Lo scopo dell’arte non è riprodurre l’aspetto esteriore delle cose, ma il loro significato interiore.”
Il genio poliedrico di Goethe è spesso associato al paradigma dell’“uomo universale”, incarnazione dell’ideale umanistico del letterato e dell’uomo di scienza. Nel quadro della sua attività, tuttavia, il contributo alle arti visive è stato a lungo trascurato rispetto al suo corpus letterario e alla sua ricerca naturalistica.
Nonostante egli stesso affermasse di non avere “alcun talento per l’arte visiva”, Goethe fu anche un abile pittore e disegnatore, una passione che coltivò lungo tutta la sua vita, intrecciando il suo amore per la natura, la scienza e l’estetica con l’esecuzione di opere visive di grande valore.
Egli sviluppò una significativa attività grafico-pittorica che ha ricevuto crescente attenzione negli studi interdisciplinari. Sono stati così rivalutati i disegni, acquerelli e studi dal vero, non solo come documenti personali, ma come parte integrante della sua ricerca estetica e cognitiva. Il disegno rappresentava per lui un mezzo per esplorare il mondo naturale e per riflettere sul suo essere uomo e artista. Guidato dalla sua profonda curiosità per ogni manifestazione della Natura, Goethe utilizzava il disegno come strumento di conoscenza, mezzo per “vedere meglio”, per cogliere la forma archetipica (Urbild) dietro i fenomeni. In questo senso, la sua attività artistica va interpretata come parte di un progetto più ampio di morfologia. Sorprendente è, infatti, l’attenzione ai dettagli e alla precisione della rappresentazione, accompagnata da un senso estetico che rende le sue opere non solo strumenti di studio ma anche espressioni artistiche.
I suoi viaggi in Italia, una terra che lo affascinò profondamente, acuirono l’interesse per l’arte visiva, sotto l’influenza del classicismo, dell’archeologia e del contatto diretto con le opere rinascimentali e antiche. Egli trovò ispirazione nella luce mediterranea, nelle forme architettoniche e nella bellezza dei paesaggi. Nei suoi schizzi si possono osservare vedute di Roma, Napoli e Sicilia, spesso caratterizzate da una liricità che riflette la sua sensibilità poetica. Questi lavori non miravano a una riproduzione fotografica della realtà, ma a catturarne l’essenza emotiva e simbolica.
Dal punto di vista tecnico, Goethe ha certo una maniera meno raffinata rispetto a quella di grandi maestri, ma i le sue opere riflettono la profondità delle sue riflessioni sulla percezione visiva e sull’interazione tra luce e colore. I suoi lavori rivelano una mano disciplinata, più orientata all’osservazione analitica che all’espressione emotiva. Egli privilegiò l’uso del carboncino, dell’inchiostro e dell’acquerello, ma apprezzava profondamente il colore e dedicò gran parte della sua vita a studiarne le proprietà attraverso la sua teoria dei colori, esposta nel trattato “Zur Farbenlehre” (Teoria dei colori). La pittura era, per lui, un modo per mettere in pratica le sue teorie e sperimentare i principi che aveva formulato.
Fino al XX secolo, l’attività pittorica di Goethe fu considerata secondaria o dilettantesca. Solo con la riscoperta dell’interdisciplinarità nel pensiero tedesco del primo Ottocento – e in particolare con l’approccio della Kulturwissenschaft – la critica ha iniziato a riconoscere il valore intellettuale della sua opera grafica.
La sua arte visiva, pur meno conosciuta, arricchisce la sua eredità e dimostra che la creatività non conosce confini.
Goethe Haus Palermo
Un sito sulla straordinaria figura di Goethe.
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